O.F.S.: RITIRO QUARESIMA PREDICATO DA
MONS. LUIGI MARTELLA, VESCOVO DI MOLFETTA
Fraternita’ OFS di Puglia “Don Tonino Bello”
Chiesa del Crocifisso Molfetta (13 marzo 2011)

“ASCOLTA ISRAELE” . “QUARESIMA TEMPO di ASCOLTO”
Mi piace ricordare, per avviare la riflessione, il brano di 1Re 3, 9: Salomone, accogliendo l’invito del Signore, forumula la richiesta che – all’inizio del suo ministero regale – gli pare il più importante di tutti: «Dammi, o Signore, un cuore in ascolto…». Il che ricorda l’antico Shema’ Israel: Ascolta, Israele, escolta, popolo mio.
Oppure, vogliamo ricordare, l’esperienza di Samuele: «Parla, o Signore, perchè il tuo servo ascolta!» (1Sam 3, 9-10).
Ma non possiamo dimenticare, quanto dice il Padre nell’epifania del Battesimo di Gesù: «Questi e’ il mio figlio prediletto: ascoltatelo!» (Mc 9,7).
Così si è comportato il centurione romano Cornelio, che dichiarò all’apostolo Simon Pietro: «Siamo qui riuniti per ascoltare tutto cio’ che dal Signore ti e’ stato ordinato» (At 10. 33).
Vero è che la Quaresima è caratterizzata dall’invito alla “conversione”, ma è altrettanto vero che la conversione parte dall’ascolto.

Ci può essere di modello nell’ascolto, l’immagine di Maria secondo l’evangelista Luca: «Ascoltava tutte queste cose, meditándole nel suo cuore» (Lc 2, 19). Don Tonino nel suo libro sulla Madonna “Maria, donna dei nostri giorni”, presenta la Madre di Gesù come “donna obbiediente”. Fa l’esegesi della parola obbedire, osservando che essa viene dal verbo latino ob – audire. Che significa: ascoltare stando di fronte.
Senso dell’ascolto
- Essere fedeli a Dio. Ascoltare non è in primo luogo mettere in pratica alcune disposizione precise, ma sopratutto un radicale atteggiamento di fedeltà a Dio, atteggiamento che si oppone ad ogni forma di idolatría.
- Credere ed avere fiducia. In alcuni salmi, come per es. nel salmo 95, che si recita sopratutto nel periodo quaresimale, si dice: “non indurite il vostro cuore” (v. 8). Ascoltare la voce, è perciò credere in Dio, nella sua presenza salvífica e aver fiducia, senza ribellarsi al piano di Dio, anche quando s’incontrano difficoltà. Ascoltare è obbedire senza chiedere Segni e garanzie, con sacrificio del proprio giudizio e di se stessi.
- Entrare nel riposo di Dio. Si può entrare nel tempio, il luogo del riposo di Dio, esperimentare e rinsaldare l’alleanza-comunione con Dio e prestare a lui un culto vero, solo se si escolta la sua voce. L’ascolto è lo spazio interiore della presenza-comunione con Dio, di cui il tempio è il segno esteriore. Ascoltando, Israele diventa comunita’ cultica, popolo di poveri e umili, a cui Dio volge benigno lo sguardo (Is 66, 2).
- Seguire Dio e fare la sua volontà. La parola di Dio deve avere un riscontro nella vita di ogni giorno.
- L’ascolto avviene oggi. L’ascolto è un evento che “crea” il giorno del Signore, il tempo in cui egli è presente e ci offre la vita. L’ascolto allora ci colloca sempre nell’oggi della presenza salvífica della sua parola.

Parola – ascolto – azione
L’esperienza di Israele. Dice il Popolo a Mosè: «Tu ci riferirai quello che il Signore nostro Dio ti avrà detto e noi ascolteremo e lo attueremo» (Dt 5, 27). Sentire e poi fare appena si è udito: questo è «ascoltare» per Israele. Citiamo ancora due testi per sottolineare la forza di questa convinzione: «Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insime e disse: “Tutti i comandi, che ha dato il Signore, noi li eseguiremo”» (Es 24, 3). E piu’ caratteristico ancora: «Tutto quello che il Signore ha detto, noi lo faremo e lo ascolteremo» (Es 24, 7), dove si vede persino l’azione precedere l’ascolto. Mettere in pratica è manifestare che si ascolta la Parola di Dio.
L’ascolto di Gesu’.
- Matteo 7, 24 (o Mc 6, 47-49): «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia». È qui chiara la triplice dimensione della tradizione ebraica: parola-ascolto-azione.
- Luca 8, 21: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
- I sinottici considerano l’ascolto attivo della Parola di Dio equivalente al compimento della volontà del Padre dei cieli. Questo ascolto introduce i discepoli nella piu’ profonda intimità possibile con Gesù.
- Marco 4, 20: «Quelli che ricevono il seme su terreno buono sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto…».
- A noi, oggi, rimane il monito di Gesu’: «Se uno ha orecchi per intendere, intenda!» (Mc 4, 23).

L’ascolto e l’interiorizzazione in Giovanni
Il quadro evangelista anche sul tema dell’ascolto raggiunge profondità inaspettate. Egli insegna che la parola udita deve essere interiorizzata e assimilata, essa deve penetrare nel cuore umano, per trasformarlo radicalmente.
Giovanni è l’unico autore del NT per cui Gesù Cristo stesso è «la Parola», quella cioè che esisteva in Dio (Gv 1, 1-2) e che poi si è fatta carne (1, 14). Ricordiamo, poi, l’inizio della prima lettera: «Quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato, quel che abbiamo toccato con le nostre mani, … quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, affinchè anche voi siate in comunione con noi» (1Gv 1, 1-3).
La Dei Verbum
La Dei Verbum parla dell’ascolto della divina Scrittura nel VI e ultimo capitolo, equiparando la Scrittura alla Santa Eucarestia. «La Chiesa ha sempre venerato le divine scritture come ha fatto per il corpo stesso di Cristo, non mancando mai, sopratutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane della vita dalla mensa sia della Parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (n. 21). La Bibbia infatti è il luogo dell’incontro tra Dio e i fedeli. Il momento privilegiato dell’ascolto è quello della liturgia, quindi è di carattere comunitario o ecclesiale. Mons. Magrassi dice che la celebrazione crea il clima connaturale all’ascolto. È nell’ascolto della Parola che nasce l’assemblea. Così è stato per il popolo ebreo: è nato dall’ascolto del Dio vivente. Prima non era che un’accozzaglia di tribù. La profondità della vita spirituale dei fedeli è in rapporto con l’ascolto della Parola. Chi si nutre abbondantemente e frequentemente di questo alimento divino e celeste, porterà frutti copiosi per la vita eterna.

La Verbum Domini
Ricordiamo che l’Esortazione apostolica post-sinodale è stata firmata dal Papa il 30 settembre 2010, festa di San Girolamo, il quale diceva che: L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. È frutto del Sinodo sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.
In essa ci sono tanti punti che riguardano il tema dell’ascolto.
Il documento si compone di tre parti.
I parte: VERBUN DEI. Essa si divide in tre sezioni, le prime due dicono molto sull’ascolto: DIO CHE PARLA; LA RISPOSTA DELL’UOMO.
Interessanti sotto il profilo dell’ascolto sono sopratutto i nn. 22 e 23ss. Per quanto riguarda il rapporto tra ascolto e carità operosa, il n. 103.

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